kpop

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~Axel~
view post Posted on 19/12/2017, 08:03




Da tempo volevo aprire questa discussione e ogni volta che provavo a scrivere mi bloccavo perché qualsiasi cosa scrivessi finiva per mettere in cattiva luce o quasi il kpop stesso.
La apro oggi fra le lacrime, e non è una metafora, perché è successo ciò che in parte temevo.
Un top idol è crollato e si è tolto la vita.

Il kpop è un'industria. Ha meriti e demeriti, ha portato e porta soldi non solo alle agenzie ma a tutto il Paese.
Non è un mondo semplice, la competitività è più che elevata. Nei quasi dieci anni che ho seguito il genere avranno debuttato più di 100 gruppi. Inutile dire in quanti sono finiti nel dimenticatoio. Sono in genere gruppi con almeno 5 membri (ma anche più di 10), formati da agenzie in cui i trainee si preparano per mesi se non anni, tanto che molti lasciano prima del debutto per via dei costi economici e non solo.
Chi debutta quindi ha già superato due grosse selezioni: l'ingresso in agenzia e la competizione con gli altri trainee. Possiede di base già una mentalità e una corazza che ha permesso loro di sopravvivere alla prima fase.
Da Kai degli EXO (agenzia SM) che sostanzialmente si faceva chiudere dentro gli studi per allenarsi anche di notte, a chi tutt'ora sta facendo gavetta e dorme a terra in dormitorio in sacco a pelo, chi sceglie questa strada sembra quasi mettere il desiderio di avere successo davanti alla salute fisica e mentale.
Produttività e resistenza, forse a qualsiasi costo.
Una volta debuttato, il successo duraturo è quasi impossibile, e forse nemmeno auspicabile dati i sacrifici richiesti.
Gli idol di norma non sono ricchi.
Chi è ricco lo è dopo anni, dopo aver ripagato l'agenzia delle spese sostenute per la formazione pre-debutto, e che magari investe in immobili o/e ha attività esterne a quelle col gruppo (progetti solisti, scrive musica e/o testi, produce gruppi, fa il radio/tv host... ).

Le agenzie sono importanti perché sono brand a tutti gli effetti.
Chi debutta con la SM, la YG o la JYP ha il successo quasi assicurato perché essendo dei brand è facile che ogni loro prodotto abbia quel qualcosa che piace già in un altro gruppo andando così non a premiare l'unicità ma la riproposizione "perfezionata" di qualcosa che già funziona.
I loro gruppi perciò al debutto hanno già un pubblico devoto.
Per la stessa ragione hanno successo i concertoni che girano anche il mondo: SM town, YG family. Perché soprattutto all'estero è bello poter trovare i vari gruppi che si amano tutti assieme.

E per questo i BTS cui accennavo in precedenza, che continuano a raggiungere record di visualizzazioni e di vendita (credo più per moda che per merito), sono stati anomali per me, abituata a vedere regnare indiscussi i gruppi SM, tutt'al più della YG.
Si potrebbe dire che la SM è il kpop in senso stretto. Sono loro ad aver spesso guidato il mercato, dagli H.O.T. (ritenuti il primo vero gruppo kpop) degli anni '90 agli NCT attuali. Ma negli ultimi anni la SM è stata detronizzata ora da questa ora da quella agenzia, e i suoi ultimi gruppi infatti riprendono lo stile di quelli di altre agenzie.

Ho scritto più della SM perché sicuramente è una delle più importanti a livello internazionale. A lei si deve l'apertura delle porte al kpop in Giappone (BoA, TVXQ) e in Cina (Super Junior M) e a lei si legano sostanzialmente tutti i nomi che contano sulla scena kpop. Recentemente ha avuto una partnership con la Disney per cui il Mickey Mouse club in tv oltre a essere presentato dal leader dei Super Junior, aveva come partecipanti i trainee dell'agenzia. Il Madame Tussaud a Hong Kong include le statue di alcuni dei suoi idol. A Seoul (a Gangnam) ha aperto un museo dedicato ai propri idol con in più cinema olografico, caffetteria a tema e shop.
Sono un nome affermato e sono l'agenzia degli SHINee. Jonghyun che si è tolto la vita è un membro degli SHINee.

La morte di Jonghyun sta facendo il giro del mondo. Non è il primo personaggio dello spettacolo a suicidarsi, ma nessuno al suo livello di visibilità fino ad ora l'aveva fatto.
Perché gli SHINee sicuramente non godono più della fama di alcuni anni fa, complice anche l'agenzia che sta promuovendo di più i gruppi più giovani e il loro imminente servizio militare obbligatorio (massimo entro i 30 anni), ma sono ancora uno dei gruppi di riferimento per tutti i nuovi gruppi e sono colleghi rispettati dai più anziani.
La poca notorietà degli SHINee è il picco per altri gruppi sostanzialmente. E come tutti i gruppi della SM, hanno segnato un'epoca e sono parte della storia del kpop. Sono idol degli idol, icone per le icone.
Forse qualcuno ha visto il video di Melania Trump in Corea del Sud e della reazione da fangirl delle ragazze che hanno notato dietro di lei Minho. Minho degli SHINee. Si è tanto riso per questo suo aver oscurato la first lady in quel momento, ma spiega meglio di mille parole chi sono gli SHINee. Fra parentesi era lì su invito, scelto perché ritenuto rappresentativo di un elemento del Paese.

SHINee è un gioco di suoni con shiny, brillante/luminoso, che è un po' la caratteristica del kpop. Leggerezza, allegria, solarità.
Jonghyun (1990) nel gruppo ricopriva per certi versi il ruolo del più solare. Era il ragazzo dai grandi sorrisi, pronto a giocare e scherzare in tv, radio e apparizioni live.
Ora con la sua morte e i messaggi lasciati sta gelando tutti.
Si è tolto la vita dopo anni di lotta con la depressione. In parte si sapeva, ma praticamente nessuno aveva capito la gravità della sua condizione.
La solitudine che avvertiva, il peso enorme che è poi la depressione, sono mostri con cui molti fanno i conti e forse in alcuni paesi più che altrove.
In Corea del Sud il tasso di suicidi, come in Giappone e Cina, è alto. Le pressioni sociali sono enormi.
Il kpop e il mondo colorato e rumoroso degli idol è una via di fuga per studenti e non che vi trovano un po' di luce, ma la sua morte ci ricorda quanta oscurità celi.
Una doccia fredda inaspettata che mi ha colpita profondamente.
Mi trovo alle 5 di mattina a scriverne per questo. Non riesco a farmene una ragione.

Io non credo che chi incontra il kpop capisce subito quanto valore umano nasconde.
Da quando ho scoperto i miei primi gruppi sono rimasta colpita dalla dedizione cieca che questi ragazzi mettono nel loro lavoro. Un lavoro che molti scelgono da bambini entrando in agenzia da adolescenti e debuttando a volte ancora minorenni.
Si può discutere sul valore artistico e quanto valga sforzarsi tanto per un genere così commerciale, ma essere un idol non è essere un cantante o musicista.
L'idol incarna un ideale per bellezza, luminosità, simpatia, e magari bravura in qualcosa. Ed esprime il proprio talento non nella musica, ma in tutte le sue attività di intrattenitore, contagiando con la propria energia, regalando risate, portando colore e allontanando il grigiore.
Per questo non è un mestiere facile. Tutti cerchiamo di non portarci il privato a lavoro, credo, ma loro più di altri. Lavorano sulla fatica e con la fatica trasformandola in energia per il pubblico. E questo posso non comprenderlo sempre, ma lo rispetto.

Però Jonghyun era un idol di quelli che potrebbero lavorare come cantanti e musicisti veri e propri.
Componeva musica, testi e cantava bene. Molti idol sono più che altro intonati e basta, lui no. Lui aveva una bella voce e sapeva usarla. Amava la musica, la studiava e componeva. Scriveva testi. Non si era fermato al livello di idol, si impegnava per fare il musicista, per esprimersi come artista.

Essere idol spesso limita. Fra gli idol ci sono molti talenti più che mediocri, che non riescono a esprimersi a pieno nell'economia dei gruppi in cui finiscono e forse di tutta la scena. Gli idol compositori spesso lavorano più per altri che per loro stessi, perché magari la loro arte non è adatta alla loro immagine.
Un esempio credo sia Henry Lau dei Super Junior M, un ragazzo super talentuoso, musicista, bilingue/plurilingue che però lavora molto poco (niente). Forse sarebbe stato diverso in un'altra agenzia...

Purtroppo parlando di come funziona il kpop emerge quanto sia de-umanizzante.
Però è una macchina così severa che mi porta ad ammirare coloro che riescono a starci dentro. Il lavoro degli idol è intrattenere e lo fanno con passione e sacrificio. Anche se a livello musicale purtroppo sono spesso le agenzie a decidere.

In YG si sa che gli idol/artisti hanno maggiore libertà creativa e artistica (vedere G-Dragon), e sono in generale più liberi di essere meno idol e più persone (vedere l'annuncio del matrimonio di Taeyang dei Big Bang accolto quasi totalmente con gioia dai fan).
Nonostante ciò le pressioni mediatiche e sociali sono state tali che T.O.P. dei Big Bang a Giugno ha tentato il suicidio. Non è stato dichiarato in questi termini ma credo sia difficile finire in overdose da psicofarmaci per errore a 29 anni, soprattutto in un momento di gogna mediatica feroce. Lo hanno salvato ma non sta benissimo. E ha anche dovuto rilasciare una dichiarazione di scuse per l'accaduto (qui stendo un velo pietoso).

La morte di Jonghyun mi ha sconvolta per ragioni sia molto personali che più superficiali.
Jonghyun era una perla, anche se suona ridicolo, si vedeva la sua sensibilità, la sua umanità e fragilità. Eppure non è stato capito.
Di questo non me ne faccio una colpa, ma di certo mi fa pensare.
Quanto siamo ciechi, quanto vogliamo essere ciechi, noi che seguiamo il kpop?
Perché purtroppo si sa cosa vuol dire essere idol.
Si sa che è un ambiente stressante, estenuante e deprimente, che non guarda in faccia nessuno e in cui l'anzianità conta più per le formalità che nella sostanza.
Che provoca morti, incidenti gravi e malattie croniche sia fisiche che mentali.
Incidenti d'auto, incidenti durante i concerti, svenimenti sul palco e prima/dopo le esibizioni, crolli psicofisici. Si conoscono, sono la norma.
E questo mi spaventa. Mi chiedo perché io e tanti altri finiamo per accettare tacitamente che questa tossicità sia la norma.
Non può essere la norma andare avanti a psicofarmaci.
Non può essere la norma lavorare anche se due minuti prima si stava attaccati a una flebo, o imbottiti di medicinali e simil-droghe, o per finire poi in ospedale dopo un'esibizione.
Non può essere la norma trascurarsi.
Mi chiedo quando la determinazione di questi idol cessa di essere ammirevole e diventa preoccupante?
Quanto è inevitabile questa situazione?

Personalmente quel po' di kpop che amo, lo amo non perché penso sia un genere musicale dal grande valore artistico ma per la solarità che trasmette. La sua grande leggerezza. E la amo di più proprio perché apprezzo lo sforzo degli idol.
Dopotutto la maggior parte delle canzoni sono pop orecchiabile senza arte né parte, dimenticabili se non fosse per l'energia che ci mettono gli idol stessi.
Quindi nel kpop paradossalmente ciò che meno ha personalità, credo, è la musica, compensata dalle personalità decise e fortemente caratterizzate degli idol.
E io sostanzialmente amo gli idol che seguo perché ammiro il loro sforzo di brillare e rallegrare anche nella sofferenza mentale.
Credo siano tutti un po' pazzi perché hanno fatto una scelta professionale terribile, ma in quel terribile danno tutto. E col tempo alcuni riescono anche a riappropriarsi della propria umanità.
Heechul dei Super Junior è secondo me un esempio di ciò. Sarà che ormai ha 35 anni, sarà che il suo gruppo ha debuttato da 13 anni e il suo personaggio pubblico è sempre stato più sfrontato di altri, è fra i pochi privilegiati che almeno in parte si mostra come persona e cerca di dare voce a quei colleghi che non possono parlare (denuncia quindi le regole rigide delle agenzie, le difficoltà dei trainee, le preoccupazioni sui salari e sulla concorrenza...).
Sto aspettando le sue parole sull'accaduto, ma chissà se potrà/vorrà parlare.

Il mondo del kpop è abbagliante e pieno di bellezza e positività, ma anche di solitudine, incertezza e frustrazione, e si sa.
E questo sapere e accettare in questo momento mi mette in crisi e non mi fa dormire.
Ma domani, che ormai è oggi si lavora e si va avanti, quindi chiudo.
Scriverò poi anche del lato gioioso del kpop, ma oggi è dura.

[E se non si fosse capito sì, Jonghyun era, è fra i miei idol preferiti, fra i pochi che seguo, fra i più giovani dato che sono fan di vecchia data dei TVXQ e gli SHINee li ho visti nascere e li ho continuati a vedere sempre un po' come il gruppo nuovo della SM, quando invece sono ormai veterani rispettati nell'industria.]

Piccolo omaggio agli SHINee e a Jonghyun con una sua canzone.

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view post Posted on 27/12/2017, 16:13
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Discorso che vale allo stesso modo per i gruppi idol giapponesi: ma tutto ciò ha davvero senso?

In termini artistici e musicali che cosa danno? E' solo intrattenimento, quindi slegato dal contesto musicale in senso artistico?

Da quel che ho capito questi personaggi vengono seguiti come si segue una serie tv o un film, peccato che si tratti di vita reale, come se vivessero un Truman Show infinito.

Personalmente, conoscendo le situazioni che si vengono a creare in questo tipo di intrattenimento, non mi sento minimamente di seguirlo, oltre che per mancanza di interesse, per rispetto nei confronti di chi, magari superficialmente o in maniera non del tutto cosciente, abbraccia questo stile di vita. Sono ragazzi e ragazze molto giovani, non è una colpa seguire una strada facile servita su un piatto d'argento da qualcun altro quando si hanno 14 anni e magari nessuno che ci abbia mai fatto veramente da guida. Non dimentichiamoci che prima di essere ballerini/cantanti/idol sono persone e come tali hanno una vita e un diritto a viverla. Era famoso il caso di quella giapponese che essendo stata vista con un ragazzo le hanno troncato la carriera, questa è follia pura! C'è qualcosa di malato dietro tutto questo che finisce irrimediabilmente per stroncare qualcuno che, evidentemente, non se l'aspettava. E' l'industria che crea la malattia; affascina il fan e lede la mente dell'idol.

Ma poi "idol" di che? Che meriti hanno per essere definiti tali? Ballano e cantano? Sono belli giovani e prestanti? Beh, qui è madre Natura che ci ha pensato, oltre magari a una vita sana e un po' di palestra. Se no si diventa Gackt (un tocco di plastica).

Ma questo è solo il mio punto di vista.
 
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embryo6
view post Posted on 27/12/2017, 23:56




Non avevo ancora risposto a questo topic perché non sapevo come affrontare la questione senza offendere la sensibilità di Axel, che mi sembra piuttosto legata (nel senso di affezionata) al mondo del pop coreano. Fortunatamente Krapac ha fatto da "apripista", e quindi provo a legarmi alle sue considerazioni.
C'è forse differenza tra gli idol coreani e giapponesi? Domanda Krapac. E io aggiungerei: c'è forse differenza tra gli idol di qualsiasi nazionalità, paesi occidentali compresi?
I meccanismi sono sempre gli stessi, e sono quelli da voi già descritti. Musicalmente non riesco a provare né empatia né simpatia per questo mondo, lo dico sinceramente, nonostante il suicidio di un giovane è sempre una brutta notizia. Axel parla di sacrifici e gavetta, ma non dimentichiamo che esistono molte persone che sono costrette a fare sacrifici ben maggiori, pur non avendo un lavoro di visibilità come un qualsiasi musicista.

Forse sto liquidando la questione troppo velocemente, e non capisco il valore umano - di cui parla Axel - nascosto dietro alle attività di questi ragazzi. Del resto alla veneranda età di XX anni non ce la faccio più a seguire un certo tipo di musica e di show business esplicitamente destinato ad un pubblico di giovanissimi, è una cosa fisiologica.

Per concludere, mi allaccio ad un'altra considerazione di Krapac: questi ragazzi sono "idol" in base a quali meriti e capacità? Forse è il caso di smetterla di utilizzare queste etichette, perché è proprio da questi dettagli che nascono le "pressioni sociali" che possono portare un giovane a togliersi la vita.
O continuiamo ad alimentare questa industria o ne prendiamo definitivamente le distanze, stare nel mezzo è impossibile e - forse - anche un po' ipocrita.
 
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view post Posted on 28/12/2017, 13:12
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CITAZIONE (embryo6 @ 27/12/2017, 23:56) 
C'è forse differenza tra gli idol coreani e giapponesi? Domanda Krapac. E io aggiungerei: c'è forse differenza tra gli idol di qualsiasi nazionalità, paesi occidentali compresi?

La mia impressione è che effettivamente di differenza ce ne sia molta, proprio a proposito della vita della persona in questione. Prendi ad esempio qualsiasi figura idolatrata nel mondo del pop occidentale; ha comunque la sua vita, fa i suoi scandali, fa le sue scelte più o meno discutibili. Penso a Lady Gaga, a Miley Cyrus, alle boyband/girlband degli anni '90. Nessuna era legata alla vita da star alla quale sono legate le celebrità asiatiche.

A me piace anche vedere certe tipologie di intrattenimento legate ad un mondo più commerciale e da business che da musica in quanto arte, semplicemente le considero mondi separati che nulla hanno a che fare uno con l'altro.
Non pretendo che televisione e radio mandino musica/arte, ma so che mandano musica/intrattenimento e mi va bene così. Se poi di tanto in tanto passano qualcosa di bello meglio così. La ricerca del valore artistico di qualsiasi cosa sta al singolo, non è pensabile che una radio mandi per intero Art of Life per fare un esempio.

Condivido il pensiero finale di embryo, le pressioni vengono create da questo eccesso di aspettative che industria e spesso anche i fan hanno nei confronti di queste persone.
Per questo che progetti à la Babymetal mi fanno infuriare, lasciamo bambini e ragazzi fuori da questo business per il loro bene. Così come dovrebbero stare lontani dal mondo dello spettacolo che li pone in eccessiva visibilità.
 
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3 replies since 19/12/2017, 08:03   88 views
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